SCANNASURICE
Elledieffe, Teatro Elicantropo / Anonima Romanzi, Napoli
Scritto da Enzo Moscato dopo il terremoto del 1980 a Napoli, Scannasurice è un testo che porta in sé il segno evidente di quel sommovimento tellurico che spinge verso l’effetto disgregante piuttosto che quello rigeneratore di energie. È una sorta di discesa agli “inferi†di un personaggio dall’identità androgina, nell’ipogeo napoletano dove abita, all’interno di una stamberga, tra gli elementi più arcani della napoletanità , in compagnia dei topi – metafora dei napoletani stessi – e dei fantasmi delle leggende metropolitane partenopee, dalla Bella ‘mbriana al Munaciello, tra spazzatura e oggetti simbolo della sua condizione, alla ricerca di un’identità smarrita dentro le macerie della storia e della sua quotidianità terremotata, fisicamente e metafisicamente. Il personaggio fa la vita, “batteâ€, è originariamente un “femminiello†dei Quartieri Spagnoli, ma i femminielli di Enzo Moscato sono creature senza identità , quasi mitologiche. Per questo ne è interprete un’attrice che del personaggio esalta l’ambiguità e l’eccesso. Sarà cieca Cassandra, angelo scacciato dal Paradiso, sarà maga, sarà icona grottesca e disperata, ma sempre poetica.
Ÿ• di Enzo Moscato • regia Carlo Cerciello • con Imma Villa Ÿ• scena Roberto Crea Ÿ• suono Hubert Westkemper Ÿ• musiche originali Paolo Coletta Ÿ• costumi Daniela Ciancio Ÿ• disegno luci Cesare Accetta Ÿ• aiuto regia Aniello Mallardo • produzione Elledieffe, Teatro Elicantropo / Anonima Romanzi, Napoli