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Alcesti

Alcesti

A.C. Gianni Santuccio, ROMA
DURATA 65 MINUTI
SPETTACOLO IN ITALIANO

da Euripide
traduzione di Filippo Amoroso
drammaturgia e regia Walter Pagliaro
con Micaela Esdra, Luigi Ottoni, Marina Locchi, Diego Florio.
costumi e maschere di Giuseppe Andolfo
musiche di Germano Mazzocchetti
assistente alla regia Ilario Grieco
A.C. Gianni Santuccio, ROMA

Un’Alcesti espressionista, dove si mette a nudo l’interiorità dei personaggi. Un continuo ribaltamento di prospettive, una studiata confusione cui sono indotti i personaggi di questo dramma fra i più ambigui di sempre. Vita e morte, verità e menzogna, fedeltà e infedeltà, luce e buio, si annullano reciprocamente.  

L’Alcesti di Euripide si colloca, come suggerisce fantasticamente Dodds, in quella civiltà di vergogna e di colpa, fortemente sessuofobica, in cui l’evoluzione della società e della religione, aumentano innegabilmente, ansia e paura. Admeto viene travolto dal suo sogno di perpetuare idealmente l’eros, anche dopo la morte; così come Alcesti è schiacciata dalla paura del tradimento. «Io muoio per non aver osato tradire te e il mio sposo» dice Alcesti per voce della serva; Poco importa, dunque, l’indagare se il suo sia stato un sacrificio d’amore o di riscatto: Alcesti muore aspramente in preda a visioni terribili, tutt’altro che pacificanti, senza una parola di tenerezza, gridando la più laica delle convinzioni: “chi è morto non è più niente”(v.381). In questo modo smonta il sogno impossibile di Admeto, l’egocentrico ospitale socrano che non ha fatto i conti con l’altra metà di tutto: con l’ebbrezza, con la follia, con l’inesorabilità della morte.

Admeto dovrà accettarla quell’ombra da cui fugge; dovrà sposarla con un vero e proprio rito coniugale, violentato da Eracle, dal suo ospite, dal suo doppio, dalla maschera di Dioniso. Nella regia di Pagliaro gli attori indossano maschere colorate, espressioniste, che appartengono all’interiorità dei personaggi. Quando si scopre poi che Admeto ripete pari pari le stesse parole che aveva pronunciato la Morte, oppure che coincidono con quelle di Alcesti alcune battute di Eracle, ci si trova di fronte a un continuo ribaltamento di prospettive, a una studiata confusione cui sono indotti i personaggi di questo dramma fra i più ambigui di sempre. Vita e morte, verità e menzogna, fedeltà e infedeltà, luce e buio, si annullano reciprocamente. I protagonisti perdono qualunque certezza e non riescono più a comprendere a chi davvero appartenga quella voce che gli sta parlando.

 
DATE DELLO SPETTACOLO

23/02/2012 ORE 21:15 TEATRO LIBERO PALERMO / SERALE

24/02/2012 ORE 21:15 TEATRO LIBERO PALERMO / SERALE

25/02/2012 ORE 21:15 TEATRO LIBERO PALERMO / SERALE

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