Dìas pasan cosas

Dal 08 ottobre 2011 al 08 ottobre 2011

diretto da Guillermo Weickert
con Jose Mª Sánchez Rey, María Cabeza de Vaca, Guillermo Weickert
coreografia Guillermo Weickert e gli interpreti
liberamente tratto da “Lo Infraordinario” de George Perec
concezione scenografica José Mª Sánchez Rey
luci Paloma Parra
spazio sonoro e musica Fran M. M. Cabeza de Vaca
grafica Ana Ropa – realizzazione della scenografia Ras Artesanos
fotografie di scena Luis Casilla
Compagnia Guillermo Weickert, Sevilla | El Mandaíto Producciones, Sevilla

ingresso ad inviti 

Progetto in collaborazione con Instituto Cervantes de Palermo   

 

Dias Pasan Cosas racconta di quella luce strana, di quell’odore, di quel sapore amaro che ha la capacità di rapirci, rivelarci realtà insospettabili. Lavorare su noi stessi per riportare in superficie ricordi, emozioni, sensazioni.

Dias Pasan Cosas vuole raccontare quei momenti nei quali, come dice Ramòn Jiménez, una luce strana, un certo odore o un sapore amaro hanno la capacità di rapirci e rivelarci una realtà insospettabile, un intento quanto mai necessariamente imperfetto.

Lavorare su noi stessi per riportare in superficie ricordi, sensazioni, emozioni cui siamo legati nel nostro più profondo. Ora nel hic et nunc, siamo pronti a leggere da un’altra prospettiva tutti questi stimoli, per poter “cercare in noi stessi ciò che da tanto tempo abbiamo capito dagli altri”.

Osservare la risata impetuosa del nostro corpo con la curiosità di un entomologo, riesaminare l’innocenza e l’allegria dei nostri antenati, come se fossimo incuriositi davanti ad una vecchia cinepresa, far dialogare i nostri gesti quotidiani con quelli della memoria delle case dei nostri nonni.

Elaborare così un primo vocabolario delle passioni umane, un inventario di tutto quello che abbiamo assaporato, riprodurre scene che ci hanno visto testimoni della nostra quotidianità, queste le azioni di cui si compone questa collezione frammentata di Dìas Pasan Cosas, nella quale speriamo di aver lasciato uno spiraglio sufficiente affinché ciascun spettatore possa trovare una propria chiave di lettura.